8 – Il commercio delle armi
Sanità e mafia
La malavita si è infiltrata, da decenni, nella sanità pubblica e privata, che è diventata un settore cruciale, lucroso e crescente del potere mafioso, che ricicla anche con l’acquisto di cliniche private. I clan sono presenti anche in altri settori dei servizi e del terziario privato.
È una vasta “zona grigia” di rapporti tra mondo legale e clan mafiosi, filoni ideali per il riciclaggio e auto riciclaggio.
Il settore della sanità, per i notevoli e continui scandali e doverose inchieste giudiziarie, è quello che da anni è il più esposto alla penetrazione mafiosa, che collude a causa della connivenza di politici corrotti e ladroni.
I tanti scandali e processi nel settore sanitario hanno dimostrato che la salute pubblica è, spesso, fonte di un notevole malaffare, di speculazione e d’ imbrogli sulla pelle degli ammalati.
La mafia, ha testimoniato Nando Dalla Chiesa, alla Commissione Antimafia Regionale, alleva i suoi medici negli atenei lombardi, per incrementare il bottino economico con perizie false.
Tali rapporti tra mafia e sanità, in Lombardia, sono circoscritti alla ‘ndrangheta, che è radicata nella società, gode protezioni politiche – istituzionali e commette reati, contando sulla impunità.
La mafia calabrese intreccia relazioni sociali e rapporti nel welfare e nelle farmacie lombarde.
Forte è la denuncia di Cantone sulla pervasività delle mafie e della corruzione nella sanità con sprechi di sei miliardi all’anno per mancanza di adeguati controlli sulla spesa sanitaria.
L’inchiesta giudiziaria alla clinica Maugeri si è tenuta nel 2016.
Nella requisitoria del PM è emerso che gli “ordini criminali” partivano dal presidente Formigoni, raggiungendo il segretario generale Nicola Maria Sanese e il direttore generale della Sanità Carlo Lucchina. che li eseguivano con delibere tecniche.
Nel processo i due dirigenti sono stati assolti da ogni accusa.
È emersa, inoltre, una efficiente catena di trasmissione oliata di tangenti pagate dall’ospedale San Raffaele di Milano e dalla clinica Maugeri di Pavia per corruzione, una vera associazione a delinquere nella sanità lombarda, ove sono stati compiuti atti illegittimi, contrari ai doveri di ufficio per centinaia di milioni liquidati senza motivo e senza controllo.
La Regione Lombardia, al fine di rendere più efficaci i controlli anticorruzione nel settore sanitario, ha istituito nell’ottobre 2016 “l’Ufficio per la legalità”, una ulteriore “authority di controllo” che sarà il punto di riferimento per i revisori dei conti e i responsabili dell’Anticorruzione degli ospedali, che hanno il compito di vigilare sulla legittimità degli atti dello stesso Assessorato alla Sanità.
Emerge la ferma volontà politica di evitare che il sistema illegalità continui a riprodursi. L’Ufficio Legalità non è una sovrapposizione all’Autorità regionale Anticorruzione o al Comitato per la trasparenza degli appalti, ma l’Ufficio raccogliere le segnalazioni e ne vaglierà la legittimità degli atti amministrativi, facendo funzionare i meccanismi di controllo per prevenire il malaffare sanitario.
Bastano un Ufficio e questa condanna per chiudere una pagina nera di pratiche illecite, giochi sporchi, truffe legalizzate dei rimborsi e tangenti di una riforma sanitaria regionale, che ha dilatato le prestazioni, accreditando il privato a quello pubblico in nome di un’eccellenza sanitaria, che produce illegalità?
Non faccia meraviglia se la corruzione sanitaria continua a coinvolgere ospedali, manager, politici e faccendieri che trafficano con i rimborsi regionali e le tangenti occulte sulla sanità milanese e lombarda. Sono sempre i cittadini a perdere quando il malaffare persiste nel sistema sanitario, che inquina la qualità del servizio con l’illegalità.