3 – ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE NELL’AREA NORD OVEST
Le aree dismesse e la Città Regione
(dal Volume 1° Memoria Storica e Rinnovo Urbano)
Recuperare i segni della storia
Era il 1999, quando la Fondazione Carlo Perini, allora ancora Circolo Culturale, con il suo Centro Studi e Ricerche, anticipava di gran lunga quelle scelte urbanistiche, messe in opera dalla Regione Lombardia soltanto a partire dal 2005, con la previsione del concetto di policentrismo e di recupero delle aree dismesse, onde evitare l’eccessivo consumo di suolo ed il sorgere di un’urbanizzazione disorganica e malfunzionante nel contesto del tessuto cittadino.
Il rilancio del nuovo sviluppo di Milano passa attraverso la strategia di concentrare le attività, cosiddette di eccellenza, nel campo delle infrastrutture (trasporto ferroviario, autostradale e aeroportuale), dell’informatica, delle telecomunicazioni, della ricerca scientifica, del cablaggio, della multimedialità, dell’innovazione tecnologica, della sanità, della cultura…che devono costituire una testa di ponte con le altre città lombarde, che pur hanno una propria vocazione economico-culturale nel territorio regionale.
Milano deve essere pensata come il bacino di utenza per tutto il Nord Italia.
Per la Città Capoluogo si pone, inoltre, il problema di riqualificare le periferie, che passa, oggi, attraverso il recupero delle “aree dismesse o cimiteri industriali”.
Si tratta di milioni di mq, di ex stabilimenti industriali la cui riconversione consente di realizzare strutture insediative, commerciali, terziarie, sportive e per il tempo libero, abitazioni, parcheggi, negozi e nuovi grandi parchi urbani.
Tra le aree da riqualificare venivano identificate:
- lo Scalo Farini;
- l’area di Porta Vittoria;
- l’ex area Montecity nei quartieri Taliedo e Bonfadini;
- l’area dismessa della ex Redaelli;
- la Richard Ginori dell’Ortica e della Barona;
- l’area Garibaldi/Repubblica;
- Cascina Merlata;
- Euromilano;
- Il nuovo Politecnico in Bovisa;
- Il Progetto Bicocca.
A distanza di 20 anni come noto, molti di questi progetti sostenuti dalla Fondazione Perini sono stati realizzati, alcuni sono ancora in corso d’opera. Altri sono ancora da realizzare, con particolare riferimento alle zone più marginali dove, purtroppo, in alcuni casi regna ancora il degrado urbano e solo con un deciso intervento di riqualificazione tra pubblico e privato si può pensare a creare nuovi poli urbani dove far crescere rigogliosamente le periferie milanesi.