12 – Contraffazione e abusivismo
Milano pulita, la rete internazionale dei writers: arte di strada e decoro urbano
La storia del decoro urbano ci dice che i gruppi strutturati di graffitari vandalici non sono stati decimati a seguito dei processi di writers storici adulti, indagati e perseguiti per il reato d’associazione a delinquere. Il testimone è passato ai minorenni e i ragazzini, in gruppi di tre persone, armati di bombolette spray, entrano in azione e spruzzano vernici sui marmi, sulle facciate delle case, sulle cabine elettriche, sui treni in servizio fermi nelle stazioni all’aperto o nei depositi, sulle saracinesche dei negozi e deturpano tutti gli spazi e le vie dei quartieri.
La rete globale dei writer ha compiuto a Milano attacchi record. La Procura e il Comune di Milano sono stati costretti a dare la caccia ai vandali, che dopo i loro raid, riparavano all’estero e sfuggivano alle indagini.
Decimati i graffitari milanesi, il record di incursioni sono straniere.
All’ottobre 2016, su di un totale di 97 atti di vandalismo, 54 blitz pari nel metro, pari al 56%, sono stati compiuti da stranieri, rispetto ai 43 italiani, pari a 44% italiani.
Nel 2015 su 88 atti di vandalismo nei metrò milanesi il 42/% erano stranieri e 58% italiani.
A Milano sono passati alcuni gruppi di writer più famosi del mondo da quello statunitense a quello che ha base in Svizzera ed opera anche in Austria e in Germania.
Gli imbrattamenti sono ormai sempre più numerosi non solo nei metrò, ma anche in altri luoghi della città.
Risulta difficile controllare l’assalto coordinato da blitz di breve durata, quando i passeggeri scendono e salgono dalle carrozze di treni o metropolitane.
Gli agenti individuano i ragazzini responsabili, sequestrano bombolette spray, centinaia di bozze di graffiti da realizzare e denunciano i minorenni, ma il fenomeno delle incursioni persiste e si espande nelle ore più impensate della giornata.
Le indagini dicono che l’esercito dei writer sul territorio milanese conta 1.350 persone. Risultano identificate o indagate dalla polizia locale soltanto 286, dei quali il 70% con un’istruzione di tipo artistico, il 21% con precedenti per lo stesso reato e il 9% per altri reati.
Da ciò nasce una strategia antigraffitari di tutela del decoro urbano con perquisizioni e denunce della polizia locale a Milano e anche all’estero, tanto venerdì 14 ottobre del 2016 sono stati perquisiti in Austria e Germania, quattro writer, che il 5 febbraio 2016 si erano resi protagonisti del blocco e imbrattamento del treno della M2 e sequestro dei passeggeri alla stazione Cimiano.
I gruppi strutturati di graffitari vandalici, a seguito dei processi ai writers storici adulti, indagati e perseguiti per il reato d’associazione a delinquere, hanno passato il testimone ai minorenni.
I ragazzini, in gruppo di tre persone, armati di bombolette spray, entrano in azione e spruzzano vernici sui marmi, sulle facciate delle case, sulle cabine elettriche, sui treni in servizio fermi nelle stazioni all’aperto o nei depositi, sulle saracinesche dei negozi e deturpano molte vie dei quartieri.
La nuova strategia di contrasto al graffitismo è stata affidata ad una Unità speciale di Polizia locale a tutela del decoro urbano, ma è difficile controllare l’assalto coordinato da blitz di breve durata, quando i passeggeri scendono e salgono dalle carrozze.
Gli agenti individuano i ragazzini responsabili, sequestrano bombolette spray, centinaia di bozze di graffiti da realizzare e denunciano i minorenni, ma il fenomeno delle incursioni persiste e si espande nelle ore più impensate della giornata.
L’Associazione antigraffiti, costituita da cittadini volontari, ripulisce i muri e faticano a verificare chi continua a imbrattarli nelle vie di tutta Milano.
I giovani “capetti”, spesso, non rispettano le regole, perché hanno storie familiari difficili e non sono stati educati al senso civico e al decoro urbano!
Il male minore da segnalare riguarda l’imbrattamento della città che si verifica dopo ogni corteo con scritte sui muri su edifici pubblici e privati, che non si puliscono per disinteresse o per i costi.
Col passare di mesi e di anni le scritte aumentano e il Comune di Milano non può intervenire su stabili privati e non stanzia fondi per cancellare il degrado che offende il decoro urbano.
Sarebbe auspicabile che, dopo ogni corteo, si provvedesse a ripulire immediatamente gli stabili e cancellare gli sgorbi e le scritte che segnano il passaggio del corteo, come successe all’indomani del 1 maggio 2015 coi cortei “No Expo”.
Per contrastare il graffitiamo vandalico basterebbe la tolleranza zero: loro sporcano e i cittadini puliscono per dimostrare che la legalità può essere vincente anche in questo settore.
Bisogna, però, che la lotta ai graffiti sia al centro delle politiche per il decoro urbano e organizzare squadre di milanesi armati di spugne civiche per cancellare i segni dei manifestanti antagonisti ed antisistema.
Si spera che il Comune riveda il regolamento con la clausola dl non intervento sugli stabili privati, ma stabilisca una norma di cancellazione da parte della pubblica amministrazione che organizzi squadre di volontari fra cittadini milanesi e tanti giovani extracomunitari accolti in città, sostenute da sponsor di ditte che mettono a disposizione vernici per dare immediate risposte ad ogni deturpazione sulle pareti degli stabili pubblici e privati.
Un conto sono le opere di writers riuniti in bande impunite e imprendibili che provocano deturpazione vandalica e sfregi che esprimono molta rabbia di giovani illividiti, che vedono scappare il futuro da sotto i piedi e preferiscono lo scontro continuo d’inciviltà con le istituzioni. Un altro conto sono gli “street artist”, che si pongono un progetto di narrazione della città o un percorso di iniziative culturali, per favorire un dialogo e una collaborazione tra artisti di strada e Comune di Milano.
Una di possibile convivenza civile di una narrazione della città, che punta a riscoprire la storia e l’identità dei luoghi per abbellire le nostre periferie, renderle meno squallide, più piacevoli, più adatte a contrastare l’impatto psicologico del grigiore e della sgradevolezza.
La “street art” cerca di riqualificare i luoghi squallidi o il degrado nei quartieri e illumina le periferie anche con barriere decorate e con “murales” su muri abbandonati e facciate dei fabbricati fatiscenti.
Basta citare i murales di via Pontano (tra viale Monza e via Padova, ove si sono cimentati autori più o meno noti, per capire che si può fare un museo a cielo aperto, una sorta di galleria d’arte come è successo in altre metropoli europee. I quartieri difficili, contrassegnati da una forte presenza d’immigrazione, possono essere occasione di scambio e progresso culturale e non solo ricettacolo della marginalità e del crescente disagio.
La forza della bellezza dell’arte e dell’estetica sulla muraglia delle vie non ha nulla da spartire con gli imbrattamenti che deturpano luoghi e persone, ma costituiscono immagini liberatorie che riqualificano un quartiere rendendolo meno isolato dal contesto urbano.
Oggi la “street art” non è più percepita come negativa, ma come espressione di senso civico e di decoro urbano da rispettare con la collaborazione di autorità, forze dell’ordine e cittadini.
Le scelte di politica culturale privilegiano l’arte pubblica che si esprime anche con installazioni temporanee ed opere fruibili nelle strade e in altri luoghi pubblici destinati a “musei all’aperto”. Saranno i cittadini a difendere le opere d’arte con percorsi artistici che dialogano con lo spazio urbano, costituiscono una rete di protezione contro i vandali e riconciliano i writers persino con le barriere grigiastre di cemento, messe a difesa antiterrorismo nel centro della città e alcune prontamente decorate da ragazzi capaci di renderli piacevoli di colori intonati al decoro urbano.
Nel 2017 i vandalismi si sono ridotti grazie all’Atm, che ha installato telecamere e servizio di security.
È stato infatti vietato ai writers di avvicinarsi alle fermate e le incursioni con imbrattamento treni si sono quasi azzerate, tanto che nel corso dell’anno sono stati fermati 21 con un notevole calo rispetto al 2016.
Telecamere e pronto intervento della security hanno messo in campo una sorveglianza dell’ATM che impedisce ai writer milanesi di agire, mentre sono i vandali stranieri che prendono di mira l’obiettivo primario della metropolitana e si riuniscono a Milano, spesso, senza neppure conoscersi. Si ricorda l’episodio successo alla fermata di piazzale lotto dove tre writer stranieri sono stati ripresi mentre si introducevano in galleria.
Il blocco della circolazione e l’intervento delle forze dell’ordine ne hanno impedito la fuga ed è scattata la denuncia a piede libero per interruzione di pubblico servizio e richiesta di Daspo, pena ammenda di 300 euro.
Questo è uno degli esempi che consente di come affrontare i vandali e azzerare i graffiti. I vandalismi sono di moda anche nelle strade e sulle facciate dei fabbricati residenziali e le sedi degli uffici.