10 – Edilizia e caporalato
Lo spaccio, l’uso di droga e il rischio alcolismo
Annosa piaga diffusa in tutti i quartieri di Milano e trova terreno fertile in molti luoghi di divertimento della città, dove le persone cercano sostanze, nelle discoteche, nei locali alla moda, in bar e ristoranti, nelle sale hard della “movida milanese”.
Tali luoghi sono frequentati anche da gruppi criminali, che vanno a proporre il loro prodotto e, in qualche modo, a farne sperimentazione. Le organizzazioni criminali hanno una potenza economica eccezionale e si evolvono in base a precise strategie di mercato.
Qui vivono anche ragazzi e giovani, che smerciano, impunemente, sostanze sintetiche tossiche, fuori e dentro le discoteche, frequentate da migliaia di persone, stipate come bestie.
È duro dare la morte a un giovane con una pasticca, gli spacciatori se ne fregano!
Le indagini della Squadra mobile della Polizia confermano la tendenza in aumento del ruolo esercitato dai ragazzi nelle serate malate e per il consumo delle terribili droghe e perché amano frullarsi il cervello nella cappa della musica ossessiva, folle, martellante.
Il divertimento in discoteca ha abituato molti giovani a ballare e a sballare con alcol, decibel e pasticche, che rintronano nel cervello, più della musica. Il consumo di ecstasy e pasticche sintetiche miste ad alcool provoca lo sballo, che può essere mortale, anche se la maggioranza dei consumatori s’illude in un’azione d’uso intelligente, che diventa simbolo di una follia collettiva e di qualcosa gravemente sbagliato. Si sottovaluta la comparsa di malattie mentali, come la schizofrenia e la paranoia e di altre malattie dell’età evolutiva.
I giovani non si rendono conto di entrare nel circuito di clienti, che fanno parte di un giro delinquenziale con l’acquisto di sostanze tossiche dai fornitori, collegati ad organizzazioni criminali della carovana rosso nera.
Lo sballo continua per ignoranza, ingenuità e perché i giovani vogliono sfidare la morte con l’uso di sostanze e una robusta dose di alcolici, compiendo un gesto volontario e consapevole.
Lo sballo killer fa parte della cultura del mondo giovanile! La droga fa male e chi l’assume sviluppa euforia e con lo sballo perde i freni inibitori.
Tale situazione non può essere considerata una condizione fisica di normalità.
Le droghe devastanti e pervasive non sono percepite nella loro pericolosità, anche se spappolano il fegato e bruciano il cervello.
La trasgressione causa vite spezzate e tossicodipendenze, che sono cause della mortalità tra i giovani per overdose, patologie correlate, coma etilici, incidenti stradali. I micidiali intrugli non sempre acquistano l’onore – disonore della cronaca. In molti luoghi di ritrovi notturni domina lo spaccio e diventa difficile portare avanti la lotta alla droga e controllare i quartieri.
Non si tratta d’invocare un becero proibizionismo per evitare overdose letali ai giovani affamati di divertimento e tanto meno invocare la repressione per farli riflettere sulla cultura della droga, che li rende spaesati e sballati, pronti a condividere gli spazi infiltrati da spacciatori e diventarne schiavi. Neanche si può chiedere di chiudere i locali dove circolano le micidiali sostanze e impedire l’accesso agli avventori, dopo l’applicazione della prova del tampone, all’ingresso.
È possibile, però, responsabilizzare i gestori delle sale, che accolgono migliaia di giovani, ad una maggiore vigilanza e al rispetto delle norme basilari di sicurezza sugli ingressi dei minorenni, gli orari di chiusura, la regolamentazione dei decibel, le bevande vietate e la vigilanza per individuare i pusher infiltrati nei locali, che sono ben noti ai gestori e li tollerano e non ne impediscono l’accesso.
Il gestore, che mette a rischio la vita delle persone, è giusto che sia sottoposto al sigillo del suo locale, come risposta delle istituzioni di vigilare sui luoghi, ove gira la droga con tanta facilità e i giovani consumano, più facilmente, le loro trasgressioni, sentendosi protetti dal gruppo di amici e dall’anonimato fornito dall’ambiente, per eccedere.
Non si tratta di ridurre gli abusi di droga da parte dei giovanissimi, chiudendo una discoteca, ma occorre prendere coscienza che, per contrastare il connubio fatale droga e divertimento, sia necessario informare ed educare i ragazzi sui rischi legati agli atti di abuso e alle dipendenze, senza nascondere gli effetti più devastanti che la droga può avere sul corpo e nella mente di chi ne fa uso. È utile fare vedere ai giovani, con i propri occhi, le conseguenze della trasgressione sporca e non di doversi sentire in diritto di provare per capire.
Importante è trasmettere ai giovani la consapevolezza degli effetti devastanti della trasgressione fine a sé stessa, che non estingue né la voglia di divertimento, né i problemi di disagio, né il gusto di giocare con la propria vita rovinata. Non informazione, ma formazione!
Non vietare, ma educare i giovani del divertimento forzato, a non usare sostanze stupefacenti e abusare di alcolici per una notte di stravizi, che può concludersi in un dramma.
Occorre prevenire, intervenire e riscoprire il ruolo educativo dei genitori, della scuola, delle istituzioni per non esporre i ragazzi agli stimoli del loro mondo, agli eccessi delle discoteche, del web o della TV.
L’alcolismo rientra nell’abuso che crea dipendenze e molti giovani sono a rischio e chiedono aiuto. Il consumo giornaliero di più bevande alcoliche in breve tempo e i comportamenti a rischio hanno fatto sorgere gruppi che lavorano per contrastare la dipendenza dagli alcolici.
In Lombardia da 40 anni sono presenti i gruppi di alcolisti anonimi, composti da 10 a 15 persone di alcolisti anonimi. Sono i giovani, tra gli 11 e 24 anni, ad essere soggetti di “binge drinking” con effetti devastanti per la salute, quando consumano sei sette dosi di alcol.
Smettere di bere è un percorso che fa cambiare totalmente lo stile di vita e fa superare trauma, difficoltà insormontabili e, persino, la vergogna della dipendenza da alcol.
Milano e la Lombardia sono al primo posto nella classifica nazionale del consumo alcolico.