Già negli anni 2000 il Perini annunciava la Milano che cambia: il vecchio quartiere diventa la città più moderna d’Europa. È un cambiamento, un’evoluzione che è avvenuta in sintonia e in parallelo con l’attività culturale e sociale dal Circolo Perini. Dai primi temi fortemente centrati sul quartiere, e sulle sue problematiche specifiche quali l’immigrazione, la criminalità, la povertà, la mancanza di infrastrutture, siamo passati ad un’attenzione più generale: le periferie-città. Le periferie cioè che abbandonano il loro isolamento, anche fisico, per diventare una parte viva della città, che sono a loro volta città.
L’esempio del quartiere Certosa del gruppo EuroMilano è particolarmente significativo. Un’operazione, che ha contribuito in maniera determinante a recuperare un pezzo di Milano.
Questa era un’area fortemente degradata da un inquinamento che poneva a repentaglio non solo la salute degli abitanti del quartiere, ma dell’intera città. La bonifica è stata realizzata in tempi record, con metodologie avanzate, e con risultati particolarmente apprezzabili. L’attenzione verso l’uomo, il porre sempre l’individuo al centro anche di operazioni economiche, è la “diversità” di questo progetto. Ecco perché tra chi vuole bene al “Perini” e al Suo spirito vogliamo mettere anche EuroMilano, ove nella toponomastica cittadina è ubicata la nuova via Carlo Perini.
Nell’ottobre del 2003 il Circolo culturale Carlo Perini si trasforma in omonima Fondazione per rispondere ad un processo di rinnovamento nei modi di fare cultura sul territorio, allargando l’orizzonte ad un nuovo modo di fare cultura.
La Fondazione in quegli anni si pone nuovi interrogativi sul confronto tra culture e civiltà diverse e i rischi, che si corrono di fronte ad uno scontro di civiltà fomentato dal terrorismo fondamentalista islamico.
Il suo orizzonte di riflessione culturale si allarga, altresì, dibattere i gravi problemi dell’Unione Europea e, in particolare, quelli del nostro Paese. Particolare attenzione è dedicata allo sviluppo della Lombardia e alle problematiche emergenti nella città di Milano, dedicando numerosi incontri e convegni sulla crescita delle comunità locali e la valorizzazione della “cultura identitaria” degli abitanti, che popolano i quartieri della città di Milano e che aspirano ad una migliore qualità della vita e dei servizi.
Nel 2006 la storica sede del Centro sociale di via Val Trompia 45/A viene abbandonata, per motivi di ristrutturazione. La Fondazione Perini si trasferisce in spazi più idonei in via Aldini 72 con l’inaugurazione della sede il 24 febbraio 2007. È rimasta saldamente radicata nel quartiere popolare di Quarto Oggiaro – Vialba, come scelta preferenziale e come vocazione a decentrare eventi culturali, ma con un orizzonte di azione e di attività proiettato a livello cittadino, regionale , nazionale ed europeo, senza trascurare l’ampio scenario di problematiche emergenti nell’era della globalizzazione.
Il Perini ha voluto sfatare la mentalità di chi considera la cultura non promotrice di “memoria identitaria, non protagonista di sviluppo economico, non strumento di coesione sociale.”